La Nuova Bètlem

Franco Margola – Tommaso Ziliani

“L’Ombra del girasole” – Cantata della Notte di Natale
testo: Roberto Pancari – Opera incompiuta Cat. 336
Ricostruzione e orchestrazione
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, violino, violoncello, arpa,
coro a quattro voci miste, coro di voci bianche, voce recitante
edizioni Eufonia, 2012 – Collaborazione USCI – Brescia

 

Prima Esecuzione: 28-12-1012  Chiesa S. Maria delle Grazie – Brescia

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Una Cantata per la Notte di Natale

Fra i numerosi lavori del compositore bresciano Franco Margola questa composizione non era evidentemente destinata a vedere la luce, ad essere cioè eseguita. Non perché la qualità della musica di questa Cantata “della notte di Natale” non fosse buona ma, perché l’idea dell’autore era quella di un’esecuzione per orchestra, per tre cori, che rappresentavano i devoti popolani e i pastori (questi con brevi interventi ritmici) e i cori angelici, oltre a “Una Voce” e al personaggio narrante di Eglo.
Furono sicuramente proprio le difficoltà di allestire il lavoro col supporto di un’orchestra a far rinunciare Franco Margola al progetto che comunque aveva già portato a buon punto, sul testo di Roberto Pancari. Basta guardare l’inizio dell’opera, con la linea melodica che accompagna l’esordio della voce narrante di Eglo: Tommaso Ziliani ha preso questa parte manoscritta di Franco Margola e l’ha attribuita al violino e al violoncello, proseguendo il discorso con parti destinate ai fiati (flauto, oboe, clarinetto e fagotto) e all’arpa, ricavandole dal materiale del manoscritto originale.
Il lavoro di Ziliani ci porta quindi a una scelta cameristica rispetto all’originale orchestrale immaginato da Margola, anche se la scelta di ben sette strumenti oltre alle voci non risulta eccessivamente riduttiva e anzi, con la varietà dei timbri scelti, rappresenta bene i colori musicali che certamente l’autore aveva in mente all’origine.
Ovviamente il lavoro di Ziliani non si è potuto limitare a quello di una semplice trascrizione delle parti già scritte da Margola: in altre parole si è trattato in molti casi di riempire, di dar corpo agli abbozzi annotati sulla carta da musica da Margola con una serie d’interventi: ad esempio quando la voce di Eglo nella quarta parte della Cantata ha bisogno di un supporto, sulle parole “Voce d’angeli riaccende la gioia di questa notte”, prima della ripresa dell’”Adoremus Dominum”, che con la linea melodica affida il testo prima alle voci bianche e poi con le varie sezioni al coro misto. In questo caso Ziliani riprende per gli strumenti figurazioni già usate in precedenza, ma da ammirare in particolare in questa operazione è soprattutto la parte finale della partitura che nonostante la semplicità degli schizzi lasciati da Margola assume quel carattere trionfante suggerito dal testo alleluiatico che corona ottimamente la Cantata.
La conclusione è che non sempre ciò che non è stato terminato all’origine non meriti di essere completato e conosciuto: a volte basta mutare la destinazione iniziale, in questo caso dall’orchestra al complesso da camera, per raggiungere l’obiettivo. Tutto ciò naturalmente se si ha, come Ziliani qui dimostra, mano sicura e soprattutto una profonda conoscenza della strumentazione. (Luigi Fertonani)

 

 LA NUOVA BÈTLEM [1] – Cantata della Notte di Natale (Incompiuta) Catalogo n. 336
(testo di Roberto Pancari) – Pubblicato a Brescia nel 1957

per coro e pianoforte[2]

 Organico: Eglo (Voce recitante), Coro di Pastori, Coro dei popolani, Coro d’angeli (voci bianche), una voce e pianoforte

 In cinque parti (la quinta incompiuta[3])

 Manoscritto inedito

 Archivio Margola: Autografo

 Note: inizialmente intitolata “L’ombra del girasole”

 OTTAVIO DE CARLI, Franco Margola (1908-1992), Catalogo delle opere, Fondazione Civiltà Bresciana, pag. 250

 

 Il 26 luglio 1958 Roberto Pancari scriveva a Margola: “Carissimo Maestro Margola come forse Le avrà già detto G. C. Facchinetti[4] ora io risiedo a Milano: addio alle simpatiche sere terminanti con l’abituale ‘spumone’ di piazza Repubblica – addio … tanti addii […] Per l’esecuzione della Nuova Bethlem1 a Stoccolma, sa già che bisognava inviare la musica entro luglio: io ho atteso una Sua comunicazione, la cui mancanza è dovuta senz’altro ai suoi impegni a Roma – e la comprendo benissimo. Le faccio avere una copia (che unisco qui) del mio ultimo libro …”

 

OTTAVIO DE CARLI, Franco Margola (1908-1992), Il musicista e la sua opera, Fondazione Civiltà Bresciana, pag. 310

 

Note di Tommaso Ziliani

[1] Nel Manoscritto, testo scritto a mano da Margola e a macchina da Pancari, troviamo Bètlem.

[2] Doppio rigo (chiave di basso e violino). Non è una scrittura per pianoforte, ma certamente serviva come traccia per la futura orchestrazione. Ci sono infatti evidenti segni come “pizzicato” a batt. 208 oppure “corni” a batt. 436.

[3] Probabilmente anche le altre parti (terza e quarta) sono incomplete: la voce recitante è scritta sopra il doppio rigo lasciato in bianco. Forse pensava di realizzare l’accompagnamento dopo aver terminato la stesura generale o semplicemente sfruttare dei ritornelli: ho preferito questa ultima soluzione.

[4] Giancarlo Facchinetti, 1936, compositore bresciano, allievo di Margola. A lui, al mio maestro, va un grande ringraziamento per i preziosi consigli che mi ha donato per la stesura dell’orchestrazione.

Un grazie particolare all’arpista Anna Loro per avermi aiutato e indirizzato nel difficile lavoro di stesura della parte per arpa e al M° Filippo Lama per aver accolto favorevolmente questo lavoro, eseguendolo in prima assoluta per la Quarta Edizione del Festival “Franco Margola” con l’Orchestra da Camera di Brescia e i cori “Carminis Cantores” di Puegnago del Garda del M° Ennio Bertolotti.