Il desiderio di questa rilettura nasce in Tommaso Ziliani dall’ammirazione per il contenuto etico e altamente poetico de “La Buona Novella” di Fabrizio De André (1970).
Tutti i brani dell’album vengono eseguiti da un coro a 4 voci miste, una voce solista ed una voce recitante accompagnati da una piccola orchestra.
Di questo album, uscito nel 1970, Fabrizio stesso dice: “Mi rifeci, almeno come traccia di lavoro, ai Vangeli apocrifi; apocrifo vuol dire falso, perché la Chiesa non ha mai ammesso che ci fossero altre persone con una confessione diversa da quella cristiana e da quella di Gesù Cristo.
Invece questi evangelisti che non appartenevano né alla religione cristiana e neppure alla giudaica – si trattava infatti di armeni, bizantini, greci, arabi – hanno scritto sulla vita di Gesù Cristo in maniera esemplarmente devota, con enorme rispetto, un rispetto tale per cui ancora oggi nel mondo dell’Islam si considera Gesù il più grande dei profeti dopo Maometto.”
Dice Tommaso Ziliani: “Lontano dall’idea di imitare il lavoro di Fabrizio, ho voluto rileggere quest’opera senza nulla voler togliere alla sacralità dei testi, ma anzi esaltandola con l’intervento di un coro di trenta elementi, “Il Labirinto”, da me diretto e preparato.” Il coro diventa dunque il protagonista principale, nonché elemento di vera originalità. La voce solista volutamente non è maschile (De André non può essere facilmente imitato) e così pure la voce recitante.
I brani de “La Buona Novella” vengono presentati nella sequenza presente sull’album, alternati a letture tratte dai cosiddetti vangeli apocrifi (ricerca testi a cura di Nicola Ziliani).
Melodia ed armonia rispecchiano rigorosamente la versione originale.
Nel 2011 è stato pubblicato un Cd
Lella Costa – Gazzetta di Parma